Dusk | Artemide
25 Luglio 2025
Una lampada-paesaggio tra luce, materia e libertà creativa
Nel mondo del design, ci sono oggetti che illuminano e altri che raccontano. Maap, la nuova lampada da parete disegnata da Erwan Bouroullec per Flos, fa entrambe le cose. È luce, ma è anche paesaggio, gesto, superficie viva. Un progetto che sfugge alle classificazioni, pensato per coinvolgere l’utente in un’esperienza poetica e dinamica dello spazio.
Un organismo di luce in evoluzione
A metà tra il geologico e il biologico, Maap non è semplicemente una lampada, ma un sistema aperto che si estende sulla parete come un organismo. Alla base c'è una struttura metallica a croce, uno "scheletro" solido e preciso che ospita fino a quattro fonti luminose. Su questo scheletro si applica un rivestimento in Tyvek, materiale tecnico leggerissimo e resistente, capace di assumere forme sempre diverse grazie alla sua modellabilità.
Maap incarna un'organizzazione precisa (la sua micro-struttura) che si confronta con l'imprevedibilità della sua installazione a parete. La sua essenza selvaggia sfida i materiali tradizionali e persino le descrizioni dei disegni tecnici."
Bourolluec
Tyvek: tra carta e tessuto, tra rigore e caos
Il rivestimento in Tyvek è la chiave del progetto: accoglie pieghe, curvature e tensioni che trasformano ogni installazione in un paesaggio visivo irripetibile. Disponibile in quattro formati (Wall 1,2,3 e 4), può coprire superfici fino a 4 metri di larghezza, mantenendo sempre 160 cm di altezza.
Il designer racconta: "La carta è stata il punto di partenza, ma troppo fragile. Il Tyvek, con la sua robustezza e resilienza, è la scelta perfetta." La sua superficie presenta pattern e righe nei colori primari (giallo, rosso, blu, verde), a volte attraversati da griglie a volte da trame più libere: un dialogo costante tra regola e improvvisazione.
Il pattern dell'involucro è sempre stao un punto fermo, non solo per mettere a confronto la geometria con il caos, ma anche per coinvolgere istinto e creatività nel processo creativo.
Dot: i punti luce che plasmano la poesia
I quattro bottoni magnetici (Dot) fissano il rivestimento alla struttura e contengono le sorgenti luminose. Il risultato non è una luce direzionale, ma un bagliore diffuso, quasi atmosferico, che trasforma l'intera parete in una finestra luminosa. La luce si irradia come una foschia scenografica e silenziosa, avvolgendo lo spazio in un chiarore morbido e naturale.
Oltre alla funzione tecnica, i Dot sono elementi espressivi: permettono di rimodellare all'infinito il rivestimento, lasciando spazio al gesto umano.
In una sorta di magia, i Dot fissano in modo leggero l'involucro in posizione consentendone una rimodellazione infinita. Maap affonda le sue radici nel semplice gesto, nel "fare dell'uomo".
Una mappa luminosa da interpretare
Maap è, nel senso più ampio, un invito a interpretare. Ogni lampada può somigliare a una mappa, una marea, un campo vettoriale, o persino a una struttura cellulare. È una forma in divenire che accoglie l'errore, il caso, l'intuizione. Un oggetto che non si limita a illuminare, ma interroga lo spazio, lo veste, lo trasforma.
"Maap è il risultato del fare parzialmente incontrollato, istintivo e vivo", conclude Bouroullec. E forse è proprio questa la sua forza: essere pura poesia luminosa, un'illuminazione che lascia spazio all'immaginazione.
Flos è partner ufficiale di Studio Luce Comet. Vieni nei nostri showroom per avere una consulenza personalizzata o contattaci nel form sottostante.